Con la riforma Cartabia del processo civile, recentemente entrata in vigore, sempre più spesso all’avvocato viene chiesto se sia possibile procedere, con una sola pratica, alla separazione e al divorzio dal proprio coniuge. La risposta non è né semplice né univoca e richiede alcuni brevi approfondimenti sui due istituti.
Separazione e divorzio: le differenze
Innanzitutto, la separazione è l’interruzione temporanea e revocabile della convivenza matrimoniale e dei relativi doveri connessi ad essa. I coniugi separati rimangono legalmente sposati, ma vivono separatamente e devono gestire gli aspetti economici, patrimoniali e familiari legati a questa nuova condizione di vita, non più sotto lo stesso tetto.
Tuttavia, questa situazione è da considerarsi “temporanea” o “provvisoria” se così si può definire, poiché in qualsiasi momento uno o entrambi i coniugi possono autonomamente decidere di riprendere la convivenza interrotta e porre fine alla separazione attraverso comportamenti che dimostrino esternamente il ritorno alla vita matrimoniale e una reale riconciliazione tra i coniugi.
La situazione che si crea con il divorzio rappresenta invece una cesura definitiva nel rapporto coniugale, caratterizzata da conseguenze permanenti e irreversibili. In seguito al divorzio, non è possibile tornare indietro e, ad eccezione di alcuni casi limitati di revisione, non è nemmeno possibile apportare modifiche agli accordi presi. Ad esempio, questo si applica all’importo dell’assegno coniugale e alle modalità di educazione e istruzione dei figli minori.
Ciononostante, la riforma introdotta dal ministro Cartabia ha avuto un profondo impatto sulla pratica giudiziaria per coloro che desiderano porre fine al proprio matrimonio con l’assistenza legale, consentendo di presentare sia la richiesta di separazione che quella di divorzio all’interno di un unico documento legale.
In precedenza (prima del 28 febbraio di quest’anno), queste richieste potevano essere fatte solo attraverso due documenti separati.
In particolare, la richiesta di divorzio poteva essere presentata non prima di sei mesi dalla comparizione dei coniugi davanti al tribunale, nel caso di separazione consensuale, o dopo un anno dalla comparizione, nel caso più complicato e contenzioso di separazione giudiziale.
Questo significava che il coniuge già separato doveva tornare dall’avvocato e avviare una nuova procedura legale per ottenere il decreto di divorzio dal tribunale, mettendo così definitivamente fine alla vicenda matrimoniale.
Separazione e divorzio insieme: l’oggetto della riforma
A partire dal 1° marzo 2023, è stato introdotto un nuovo meccanismo per semplificare il processo di separazione e divorzio, al fine di evitare lunghe attese che potrebbero deludere le aspettative delle coppie che hanno già concluso la loro relazione di fatto e cercano solo un riconoscimento giuridico.
Ora è possibile presentare le domande di separazione e divorzio in un unico atto, risparmiando così tempo e costi di procedura. Questo significa che i giudici non dovranno condurre due indagini separate per esaminare le condizioni finanziarie, patrimoniali, di custodia e mantenimento dei figli. Invece, potranno concentrare la loro attenzione e giudizio su un unico atto che comprende sia la separazione che il divorzio. Questa modifica è particolarmente vantaggiosa in situazioni familiari complesse e delicate.
È sempre conveniente consultare il proprio avvocato per valutare la possibilità di presentare un’unica domanda di separazione e divorzio? Non sempre. Si tratta di una scelta che richiede attenta valutazione con l’assistenza di un avvocato esperto. Sebbene la legge consenta ora il “cumulo delle domande“, sarà comunque necessario attendere che la sentenza di separazione diventi definitiva – ovvero almeno sei mesi nel caso di separazione consensuale e un anno nel caso di separazione contenziosa o giudiziale – e che la separazione sia effettiva per lo stesso periodo di tempo, prima che il giudice possa pronunciarsi sul divorzio (come stabilito dal nuovo articolo 473 bis.49 del Codice di procedura civile introdotto dalla riforma Cartabia). Pertanto, non è garantito un risparmio effettivo in termini di tempi del processo, che potrebbero rimanere invariati rispetto a prima. In sostanza, la regola che richiede una separazione prima del divorzio non è stata modificata. La separazione continua ad essere un prerequisito necessario e irrinunciabile per avviare la procedura di divorzio. Tuttavia, i costi legali connessi possono ridursi poiché l’attività difensiva viene concentrata in un unico procedimento, consentendo all’avvocato di presentare tutte le richieste necessarie nel ricorso introduttivo. È importante discutere questo aspetto, ovvero il risparmio dei costi legali, durante la fase di formulazione del preventivo iniziale da parte dell’avvocato.
La riforma Cartabia ha semplificato il processo di separazione e divorzio, eliminando la necessità di due udienze separate davanti al Presidente (o al Giudice Delegato) e al Giudice istruttore. Ora, la trattazione di separazione e divorzio avviene davanti a un solo Giudice, che entro novanta giorni dal deposito del ricorso, stabilirà l’udienza per la comparizione delle parti. È anche possibile evitare questa udienza, se richiesto dalle parti nel ricorso introduttivo. In tal caso, le parti dovranno richiedere di non presentarsi in tribunale, confermare le condizioni di separazione e divorzio già concordate e dichiarare la loro volontà di non riconciliarsi. Presentando il ricorso introduttivo in questo modo, l’avvocato matrimonialista può evitare al cliente il disagio di comparire davanti al giudice e di incontrare l’ex coniuge nelle stanze del tribunale.
In conclusione, a partire dal primo marzo di quest’anno è possibile presentare sia la domanda di separazione che quella di divorzio con un unico atto introduttivo. Questa scelta processuale potrebbe non garantire un significativo risparmio di tempo rispetto al passato, poiché i termini di sei mesi o un anno già in vigore dovranno comunque essere rispettati prima che il divorzio venga pronunciato. Inoltre, durante questo periodo, i coniugi devono mantenere una separazione continua. È importante considerare, tuttavia, che le nuove norme procedurali introdotte dalla riforma Cartabia potrebbero portare a una maggiore efficienza nel complesso sistema giudiziario.
Ciò potrebbe consentire di concentrare la richiesta di separazione e divorzio in un unico procedimento giudiziario, con una trattazione più organizzata da parte del giudice e una riduzione dei costi del processo.